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Il Lupo della Steppa


drammaturgia e regia Ilaria Testoni

con
Alessio Caruso, Barbara Begala, Francesca Di Nicola, Paolo Benvenuto Vezzoso, Antonio Paoletta, Giovanni Zappalorto

 

Berlino, 1929. Harry Haller è un intellettuale che vive il disagio della sua ‘duplice’ natura: l’umanità, quindi l’amore per l’arte, il divino, la nobiltà d’animo e di pensiero, e la bestialità paragonabile a quella del lupo, che lo spinge alla ricerca dei piaceri selvaggi. Una dualità interiore che lo porta, pian piano, all’isolamento e all’odio per la vanità e la superficialità del mondo borghese in cui vive, così come l’incapacità di vivere e godersi la vita lo avvicinano sempre più all’idea del suicidio.

Un inferno interiore, quello Harry, scosso dall’incontro con Erminia, una donna seducente conosciuta in una trattoria dei sobborghi berlinesi, che cercherà di fargli scoprire a poco a poco che anche il mondo esterno ha i suoi pregi, che deve imparare a riconoscerli e a goderli, abbandonandosi alla vita e alla gioia a cominciare dalle piccole cose.

Ma il tormentato protagonista di questa storia vive ormai in un mondo che lui stesso si è creato e di cui è il ‘re solitario’, un mondo popolato dai fantasmi del suo passato, per liberarsi dai quali Haller verrà coinvolto nel Teatro Magico di Erminia e Maria: il luogo della mente di ognuno, delle promesse scambiate, una luce brillante che illumina l’inconscio, una faccia bifronte, il paradiso sotto il quale si cela ogni inferno dell’anima.